Mi

Intervista

Michele Cassina

Responsabile Ambiente e Sicurezza – Responsabile Questioni Doganali

Perito in energia nucleare, 53 anni, Michele Cassina è in Reer dal 2014, quando entra con il ruolo di Responsabile della Sicurezza. In seguito si aggiunge anche la responsabilità delle normative ambientali.

Di questi temi Cassina si occupa da oltre 25 anni, prima in un’azienda metalmeccanica, portandola a certificarsi ISO 14000, e poi come consulente per un importante gruppo alimentare italiano. 

«In questo mio percorso ho scoperto che, per quanto riguarda le normative ambientali, i margini di interpretazione variano molto in Italia da Comune a Comune. Il mio approccio, che ho portato in ReeR, è quello di soddisfare sempre le normative più stringenti, per essere certi di essere in regola in qualsiasi caso».

Da quando sei in ReeR quali certificazioni avete ottenuto?
Per quanto riguarda l’ambiente, dopo un anno dal mio ingresso, ReeR è stata certificata ISO 14000. Sul fronte della sicurezza, invece, abbiamo ottenuto la British Standard, divenuta poco dopo ISO 45000. Devo dire che fin dall’inizio, ho trovato un’azienda molto aperta a questi temi e che ha condiviso le scelte proposte, non ponendo mai ostacoli sul percorso. Ed è stato importante.
Sei anni fa ReeR ha inoltre deciso di diventare Operatore Economico Autorizzato (AEO), qualifica che oggi ci permette di svolgere internamente ogni pratica doganale, operando con la dogana solo uno scambio di documenti per via telematica.

Quali sono i vantaggi di operare come AEO?
Più di uno e sono importanti. Innanzitutto ci permette di eliminare i tempi di fermo in dogana: la merce arriva direttamente in azienda senza restare giorni (o nei casi peggiori settimane) in un magazzino. Restano le pratiche burocratiche da svolgere, certo, ma i tempi non sono gli stessi. E in un settore molto competitivo come il nostro, godere di tempistiche ridotte nello spostamento di prodotti e componenti è fondamentale.
Possiamo tradurre i vantaggi in: meno controlli e spedizioni più veloci; tempi di consegna al cliente estero più veloci in virtù degli accordi di mutuo riconoscimento (per ora con USA, Cina, Giappone, Norvegia e Svizzera) che consentono una riduzione dei controlli anche allo sdoganamento nello stato estero; meno costi doganali legati alla possibilità di versare un’unica garanzia per tutti i regimi doganali e con importo ridotto; inoltre priorità di trattamento in caso di controllo; più prestigio sul mercato: un operatore AEO non è affidabile solo per l’amministrazione doganale, ma anche nella percezione che hanno di lui i partner commerciali ed infine migliori relazioni con le autorità doganali.
Va detto che non è stato semplice divenire AEO: personalmente ho dovuto studiare molto ma in 8 mesi, a gennaio 2018, abbiamo ottenuto l’autorizzazione. E rappresenta uno dei nostri fiori all’occhiello. E così, oltre a occuparmi di ambiente e sicurezza, sono anche Responsabile per le questioni doganali in ReeR.

Qual è il filo rosso che lega queste tue tre attività?
Potrei dire che è rappresentato dal nostro sistema di gestione integrato. Quando sono arrivato in ReeR, nove anni fa, esisteva già un sistema di gestione e controllo della qualità. In seguito al mio arrivo è stato realizzato quello per la gestione di sicurezza e ambiente. A quel punto, mi è sembrata logico e vantaggioso, integrare questi sistemi in uno unico e integrato per tutto: qualità, sicurezza e ambiente. E così è stato. Quando ReeR ha ottenuto l’autorizzazione AEO, anche la parte delle questioni doganale è stata inserita nel sistema di gestione integrato.

Quanto è green ReeR e attraverso quale percorso lo è diventata?
ReeR è un’azienda che ha sempre prestato attenzione ai consumi di risorse naturali come acqua,  gas, energia elettrica. Abbiamo sempre puntato molto su questo. Per esempio: noi acquistiamo energia elettrica, pagandola anche più cara, generata solo da fonti rinnovabili. Due o tre anni fa, quando abbiamo deciso l’ampliamento dello stabilimento, abbiamo abbracciato il fotovoltaico che ci fornirà l’85-90% del nostro fabbisogno energetico. Quasi tutte le nostre vetture aziendali, poi, sono elettriche o ibride. Abbiamo inoltre richiesto alla Città metropolitana di Torino la certificazione unica ambientale per le emissioni in atmosfera e le immissioni in pubblica fognatura. Non è tutto: anche la carta che utilizziamo proviene da fonti gestite in maniera responsabile (certificazione FSC). E gli esempi potrebbero moltiplicarsi. Possiamo dire in linea generale che, anche per quanto riguarda i temi ambientali, in ReeR c’è da sempre un’assunzione di responsabilità che va oltre quelli che sono gli obblighi di legge. Ad esempio, a settembre inizieremo l’iter di fattibilità di de-carbonizzazione. Non ce lo impone nessuno, così come nessuno ci ha imposto di aggiungere alla coibentazione termica, del nuovo ampliamento e nuova palazzina uffici, quella acustica. È stata una nostra scelta per limitare le emissioni sonore all’esterno.

Quanto è importante essere green oggi e quanto aiuta a generare fatturato?
Essere sostenibili sotto il profilo ecologico è molto importante a livello commerciale. Le certificazioni ambientali da questo punto di vista rappresentano un ottimo biglietto da visita nell’approccio e nelle relazioni con partner e clienti. Ed è un impegno che ci viene riconosciuto. Vorrei però sottolineare che non è questo il motivo per cui lo facciamo, per cui vogliamo limitare la nostra impronta di carbonio. Lo facciamo perché abbiamo un sistema di valori che contempla la salvaguardia di questi aspetti fondamentali e questo vale anche per sicurezza e benessere dei lavorati: vogliamo che in ReeR le persone stiano bene e se chi lavora qui è contento, dà di più e si sente, come di fatto è, parte integrante dell’azienda.

Quali sono i prossimi passi in questo ambito?
Alcuni li abbiamo già citati: a settembre inizierà il percorso che ci porterà a ridurre a zero la nostra impronta di carbonio emessa. Ci sarà l’attivazione dell’impianto fotovoltaico, che in seguito verrà esteso anche al nostro altro stabilimento di Leini (TO).

Parliamo di sicurezza. Come ReeR gestisce la sicurezza dei propri dipendenti sul posto di lavoro?
In primis viene gestita in conformità con la normativa di legge, questo va da sé. Cerchiamo poi di capire che tipo di miglioramenti possano essere applicati ai processi e ai protocolli, anche sanitario, per aumentare la sicurezza del lavoratore. ReeR cerca poi di mettere in campo ogni tipo di ausilio tecnico e tecnologico in affiancamento all’operatore, per migliorare la sicurezza e per agevolarlo nel suo lavoro. Ad, esempio, nel reparto di taglio, abbiamo dotato tutti i dipendenti di otoprotettori realizzati con calchi personalizzati, per un maggior comfort. Non solo: ogni tipo di attrezzatura offerta al lavoratore è sempre nuova e di livello premium. Pensi che ogni dipendente ha la possibilità di scegliere la scarpa antinfortunistica preferita a spese dell’azienda. E gli esempi, anche qui, si potrebbero moltiplicare. Ciò che voglio dire è che c’è molta attenzione su questo fronte, sia alle grandi sia alle piccole cose, che non sono mai considerate di second’ordine.

Cosa fa invece per garantirne il benessere?
Tante cose, anche se a volte i più giovani le danno per scontate. Faccio solo l’esempio dei magazzini: nella sede di Torino sono tutti climatizzati. E se nella sede di Leini, questo non è possibile perché sono davvero molto grandi, cerchiamo comunque di trovare soluzioni per garantire il maggior benessere possibile. D’inverno, grazie a “bussole” di isolamento, evitiamo che durante le operazioni di carico e scarico entri aria fredda. In estate, invece, abbiamo stabilito orari precisi di carico e scarico per evitare le ore più calde, per evitare esposizioni prolungate a temperature elevate e offriamo integratori salini a chi vi lavora. 

Quanto sono importanti, per gli ambiti di cui ti occupi, le attività di formazione per i dipendenti?
La formazione e l’informazione sono fondamentali e rappresentano la risoluzione di quasi tutte le problematiche. Se io so che alcuni miei comportamenti possono essere “nocivi” per me stesso, per chi lavora con me, ma anche per l’azienda stessa e per l’ambiente esterno, ebbene sono portato a non metterli in pratica. La conoscenza è alla base di tutto, da questo punto di vista. Il detto: “Ho sempre fatto così” è molto pericoloso in una linea di produzione perché in cento situazioni può andar bene, alla centounesima può creare un problema. Bisogna sempre pensare a quanto si fa e farlo sulla base di quanto ci viene insegnato, di quanto abbiamo imparato. In ReeR non entra una persona in stabilimento nemmeno il primo giorno senza che io gli abbiamo mostrato almeno le cose basilari. Poi c’è tempo per andare a fondo di tutto ma, fin da subito, occorre dare coordinate ben precise per consentire alle persone di muoversi in sicurezza sul luogo di lavoro: com’è fatta l’azienda, come sono suddivise le aree, quali problemi possono esserci nell’immediato. È un approccio che teniamo con chiunque, in particolare nei reparti di produzione. Anche un’informazione basilare, come sapere fin da subito chi è il tuo riferimento immediato in caso di problemi, può essere di grande aiuto

In percentuale quanto tempo ti assorbono le varie responsabilità sul fronte di sicurezza, ambiente e questioni doganali?
È molto difficile esprimere un percentuale, suddividere con precisione il mio tempo. Il fatto di lavorare “da solo” mi agevola molto perché posso organizzare in autonomia le mie varie attività. Ho la fortuna di poter gestire il mio tempo sulla base delle necessità che via via occorre affrontare, scadenze a parte, naturalmente. Quelle sono inderogabili e vanno svolte in tempi prestabiliti.

Torniamo in chiusura al tuo ruolo di Responsabile per le questioni doganali. Quali sono i focus principali di questa attività?
Più che focus principali, direi che in ogni questione occorre saper tenere gli occhi aperti. Ed è questo un approccio che mi arriva dal mio ruolo di responsabile della sicurezza. Una figura di questo genere deve sempre mantenere alta la soglia di attenzione. In particolare la sua capacità di giudizio e di vedere eventuali problemi non deve essere “inquinata” dalla quotidianità. Bisogna riuscire a vedere tutto come se fosse la prima volta. Non è semplice ma è un buon modo per evitare che l’errore passi. Poi gli errori capitano e possono anche costare cari. Ma è importante riconoscerli per consentire di trovare la soluzione ed evitare che si ripetano. E questo vale per la dogana, per la sicurezza, per l’ambiente: è una questione trasversale che vale per tutto.

R-Safe RIFD

next generation

Sensori di sicurezza per il controllo della posizione di cancelli e ripari mobili. Grazie alle molteplici opportunità di applicazione, R-Safe RFID è la soluzione ideale per versatilità, design e dimensioni compatte.

Scopri di più